San Petronio - Guida Turistica

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.: BASILICA DI SAN PETRONIO
 La Basilica di San Petronio è la chiesa principale di Bologna, dove domina Piazza Maggiore. La sue imponenti dimensioni (132 metri di lunghezza e 60 di larghezza, con un'altezza della volta di 45 metri) ne fanno la quinta chiesa più grande del mondo. Dedicata al santo patrono della città (che ne fu vescovo nel V secolo), la sua costruzione risale al 1390, quando il comune diede incarico a Antonio Di Vincenzo dei lavori di edificazione di una grande cattedrale in stile gotico, che nelle prime intenzioni voleva surclassare - per dimensioni - la Basilica di San Pietro a Roma (il progetto di tale maestosità fu bloccato per volere papale). Il progetto era quello di una grande basilica gotica. La costruzione della chiesa iniziò dalla facciata prospiciente la piazza principale della città, per annunciare fin da subito la presenza del grande tempio. Poi i lavori procedettero lentamente, per secoli. Nel 1393 furono costruite le due prime cappelle per parte, ma solo nel 1479 si cominciarono le ultime. Quanto alle volte gotiche della navata centrale, furono costruite nel 1646-1658, in piena età barocca, da Girolamo Rainaldi. Rimase irrisolto il problema della facciata. Essa era abbellita dal basamento marmoreo di Antonio di Vincenzo, su cui erano stati costruiti il portale maggiore di Jacopo della Quercia (1426-1438) e i due portali minori. Il rivestimento completo della parete, iniziato nel 1538 su disegno di Domenico da Varignana, si arenò tra molte polemiche. Architetti famosissimi si sono occupati della facciata. Ci sono disegni e progetti di Baldassarre Peruzzi, Giacomo Ranuzzi, Jacopo Barozzi da Vignola, Giulio Romano, Domenico Tibaldi, Francesco Morandi detto il Terribilia, Andrea Palladio, Alberto Alberti. Eppure dopo secoli è ancora lì, incompiuto rivestimento esterno in marmo tutt' ora visibile. Ormai facciata definitiva.
  L' impresa della costruzione del tempio civico di San Petronio fu ricca di significati simbolici non solo religiosi. Dando una sede imponente e prestigiosa al culto petroniano si volle affermare tangibilmente l' orgoglio civico della comunità attraverso un' impresa celebrativa e propiziatoria, che fissasse nella maniera più degna quegli ideali di autodeterminazione e di decoro municipale che almeno da due secoli erano simboleggiati dalla figura del santo patrono(2). La grande basilica di San Petronio appartenne lungamente al Comune, che nei secoli ne fece molteplici usi e non solo per fini religiosi: luogo di cerimonie, ritrovo pubblico, tribunale. Solo dal 1929, a seguito dei Patti Lateranensi, la proprietà è stata trasferita alla Diocesi. Anche per questo motivo la chiesa, peraltro mai del tutto compiuta, fu consacrata solo nel 1954 dal cardinale Lercaro. L'abbellimento della facciata con i nuovi portali minori a corollario del portone centrale di Jacopo della Quercia accompagnò anche il rivestimento della facciata. Ma i lavori furono più volte fermati e ripresi: numerosi architetti (fra questi Baldassarre Peruzzi, Jacopo Barozzi Da Vignola, Andrea Palladio, Alberto Alberti) sono stato chiamati a proporre soluzioni artistiche senza mai trovare una soluzione definitiva. A tutt'oggi la facciata risulta ancora incompleta.
  La basilica fu trasferita alla diocesi solo nel 1929 e non fu consacrata fino al 1954; solo dal 2000 conserva le reliquie del santo patrono, fino ad allora conservate nella basilica di Santo Stefano. Al suo interno si segnalano il Matrimonio mistico di Santa Caterina di Filippino Lippi, una Madonna e Santi di Lorenzo Costa il Giovane, una Pietà di Amico Aspertini. Notevoli sono il gioco di colori degli intonaci e le vetrate policrome. Di rilievo anche il coro ligneo quattrocentesco di Agostino de' Marchi, i due organi monumentali (quello a destra, risalente al 1475, è il più antico fra i grandi organi giunti fino a noi ed è il primo a registri indipendenti, realizzato da Lorenzo di Giacomo da Prato; quello di sinistra venne aggiunto alle fine del XVI secolo).
  Di interesse anche il ciborio dell'altare maggiore eretto nel 1547 dal Vignola. La quarta cappella sul fianco sinistro, cappella Bolognini, decorata all'inizio del Quattrocento, ha una ricca transenna marmorea in stile gotico; sull'altare troviamo un ricchissimo polittico ligneo gotico dorato e policromato, con ventisette figure intagliate e altre dipinte. Le pareti sono, nella loro totalità, affrescate da Giovanni da Modena: a destra il viaggio dei Magi; in quella di fronte episodi della vita di S. Petronio. A sinistra il complesso del giudizio universale presenta una raffigurazione di tipo dantesco, diviso in tre fasce; in alto il paradiso, luogo dei santi, con l'incoronazione della Madonna e Cristo in una forma mandorlata (Deisis), in basso troviamo l'arcangelo Michele e l'inferno diviso in bolge, con una gigantesca figura di Lucifero e Maometto sdraiato. Nella chiesa è possibile ammirare anche la Meridiana di Giandomenico Cassini, costruita nel 1655 su progetto dell'astronomo Giovanni Domenico Cassini: i suoi 66,8 m di lunghezza ne fanno la più lunga linea meridiana al mondo. La chiesa ospita le spoglie di Elisa Bonaparte, sorella di Napoleone. La basilica di San Petronio affascinò Giosuè Carducci, che le dedicò la poesia Nella piazza di San Petronio.